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MUSIC PHOTOGRAPHY ACADEMY
POWERED BY MONO


ANNO ACCADEMICO

 

2024/2025 

 


Lo scopo dell’arte è questo: stupire delle persone e ispirarne altre per continuare ad alimentare il tutto.

 

Marlon Brando, James Dean, Alfred Hitchcock, Bob Dylan, John Lennon sono persone speciali che non solo ci hanno fatto compagnia nei momenti brutti o belli delle nostre esistenze ma, sopratutto, sono stati linfa vitale per altre persone, predisposte e nate per questo, ad alimentare una produzione di cose da leggere, da ascoltare o da guardare.
 

Nel mio piccolo non ho mai fatto una foto per raccontare un momento ma per raccontarlo a modo mio. Molti storceranno il naso, ma volenti o nolenti, ho inventato un genere fotografico che prima non c’era : conferire una notazione artistica ad un genere fotografico che notoriamente era solo descrittivo.

E’ importante dare un quadro personale della propria visione. Quello che succede quando vai a vedere delle opere ad una mostra.  Nelle sue forme, ogni volta diverse, sempre riconoscibile.

Vedi una foto e riconosci subito chi è il fotografo, a prescindere da chi o cosa ha fotografato.
 

Il panorama della fotografia musicale oggi è avvilente. La tecnologia ha sicuramente avvicinato tantissimi alla fotografia ma con tante controindicazioni.

E’ tutto così fuorviante! Da una parte pensi che tutti sappiano fare delle fotografie grazie a queste macchine fotografiche tecnologicamente avanzate ma dall’altra parte si sono menù all’interno di una macchina completamente inutili. Una gara legata alla prestazione ma lasciando fuori tutto quello che è legato alla composizione ma soprattutto all’originalità.

Una marea di fotografie uguali e senza senso.

 

Perché non mettere questi fotografi in un ambiente pieno di arte e di situazioni che permetta loro di fare delle scelte? Cinque minuti sotto un palco e guardare le foto dei propri colleghi non bastano. Serve un ambiente, stimoli e confronti. Lo stesso motivo per il quale Andy Warhol fondò la Factory. Un ambiente predisposto dove la gente possa fare domande, avere delle risposte, ma soprattutto condividere perplessità e stare a contatto con altri e l’arte in generale. Nella sua Factory la gente vedeva lavorare Andy ma sopratutto metteva gli altri in una condizione di continua ispirazione e collaborazione tra loro e alla fine uscì ad esempio Basquiat. Un genio. Non era Andy Warhol. Era qualcosa di diverso ma probabilmente la Factory lo aveva ispirato.

 

Si parte dal 4 ottobre 2024. La Factory è al Quadraro, a Roma. E quel luogo sarà messo a disposizione per queste 6 persone, per 6 mesi . Non c’è un programma ben definito. Ogni giorno ci saranno delle esperienze che ne porteranno altre. E’ un posto dove fare le foto con tutta l’attrezzatura necessaria, editarla, svilupparla, stamparla, dove ascoltare un vinile, suonare un piano o una chitarra, vedere un film. Dove c’è tutto il necessario.

Queste 6 persone devono avere delle qualità e la predisposizione alla collaborazione. Una cosa che negli ambienti sotto il palco spesso, in passato, è mancata. Quella sensazione di competizione che non ho mai compreso. Qui si sta insieme per capire se potete alimentare un processo creativo.

Si comincia il 5 Novembre.
Chi è interessato può candidarsi via mail : mono@mono.foundation

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